Venerdì 14 marzo u.s., in occasione dell’80° anniversario della Liberazione dal nazi-fascismo, si è tenuta presso il Museo Storico di Voghera in via Gramsci 1 la conferenza organizzata dal Priorato del Tempio Sacrario della Cavalleria dal titolo: IL CONTRIBUTO DELLE FORZE ARMATE REGOLARI ITALIANE NELLA GUERRA DI LIBERAZIONE 1943 – 1945.
Il Priore del Tempio Sacrario Gen. B. (ris.) Mauro Arnò ha accolto il relatore Ten. a. (ris.) Aldo Li Gobbi che ha sostituito, all’ultimo momento il Gen. C.A. (ris.) Enrico Pino, impossibilitato a partecipare personalmente ma che ha fornito il testo del suo intervento.
RESOCONTO DELL’EVENTO DA PARTE DEL PRIORE DEL TEMPIO SACRARIO GEN. B. (ris.) MAURO ARNO’.
Ricorre quest’anno l’80° Anniversario (1945 – 2025) della Liberazione d’Italia dall’occupazione nazifascista che, dopo i noti fatti dell’armistizio dell’8 settembre 1943 che aveva sancito la sconfitta dell’Italia dell’Asse nella guerra mondiale in cui improvvidamente il regime fascista l’aveva precipitata con la dichiarazione di guerra a Inghilterra e Francia il 10 giugno 1940, aveva dato origine a uno dei periodi più tragici della nostra storia recente con l’occupazione tedesca del suolo nazionale, gli eccidi, le deportazioni e la guerra civile.
Proprio per commemorare quanti, indossando l’uniforme delle Forze Armate italiane, vollero comunque seguire la via dell’onore tenendo fede al giuramento di fedeltà all’Italia, non esitando a combattere in armi l’occupante tedesco, il Priorato del Tempio ha voluto organizzare una conferenza storico-militare dal titolo “Il contributo delle Forze Armate Regolari Italiane nella Guerra di Liberazione (1943 – 1945)” rendendo onore a tutti coloro che in quel drammatico frangente offrirono la loro vita per la libertà.
L’evento si è svolto nella suggestiva cornice del Museo Storico “G. Beccari” di Voghera, la cui sala conferenze ha accolto un nutrito pubblico di Cittadini vogheresi e delle località limitrofe, che hanno seguito con particolare partecipazione l’evento.
Molto significativa anche la partecipazione delle Autorità civili e militari del territorio. In particolare, da rimarcare la presenza di buona parte dell’Amministrazione comunale della Città, capeggiata dal Vicesindaco e comprendente gli Assessori alla Cultura e al Turismo e Attività Produttive.
Parimenti significativa la rappresentanza militare che ha visto partecipare il Comandante della Compagnia Carabinieri di Voghera in rappresentanza del Comandante della Legione Carabinieri Lombardia Gen. D. De Riggi, il Dirigente del locale Commissariato della Polizia di Stato in rappresentanza del Questore di Pavia e un rappresentante del Comando Compagnia della Guardia di Finanza.
La relazione, curata personalmente dal Presidente Nazionale dell’Associazione Nazionale Combattenti Forze Armate Regolari Guerra di Liberazione” (ANCFARGL) – Gen. C.A. (ris.) Enrico Pino – è stata magistralmente esposta dal Dott. Ten. a. (ris.) Aldo Li Gobbi, Presidente della Sezione ANCFARGL di Milano, figlio e nipote di due Ufficiali M.O.V.M. ( di cui una “alla memoria”) – Alberto e Aldo Li Gobbi – per il loro contributo fornito nella Guerra di Liberazione.
Nel dettaglio, la relazione presentata da Li Gobbi ha riassunto i fatti d’arme della Guerra di Liberazione e il contributo ad essi fornito dalle Forze Armate Italiane, “evidenziandone quattro aspetti fondamentali: la reazione immediata in Italia e all’estero, la Resistenza passiva degli Internati Militari, la partecipazione in varie forme e a vari livelli alla “Resistenza” nei territori occupati dai tedeschi e la “Cobelligeranza” al fianco delle Armate delle Nazioni Unite nella Italian Campaign” (testo integrale dell’intervento in allegato), sottolineando – in particolare – l’operato di alcune figure di ufficiali di Cavalleria, tra le tante meritevoli, le cui biografie e decorazioni testimoniano i diversi ruoli ricoperti nel contesto della Resistenza. A tal proposito l’oratore ha sottolineato che “la Memoria di ognuno di questi eroici Ufficiali meriterebbe una conferenza a parte, ma – per esigenze temporali – mi limiterò a ricordare il ruolo avuto nella Guerra di Liberazione e i reparti di Cavalleria ai quali furono legati”.
Alla conclusione dell’intervento il Ten. Li Gobbi ha sottolineato come “a 80 anni di distanza (dalla fine della guerra, n.d.r.), quando purtroppo quasi tutti i protagonisti ci hanno lasciato, è dovere della nostra Associazione (l’ANCFARGL, n.d.r.) tenere viva la Memoria del contributo e del sacrificio di questi uomini”. Lo stesso imperativo del Priorato del Tempio Sacrario: la custodia e la perpetuazione del ricordo di quanti, all’Italia e alla Libertà, hanno sacrificato la vita.
Gen.B. (ris.) Mauro Arnò
(Priore del Tempio Sacrario della Cavalleria)









“IL CONTRIBUTO DELLE FORZE ARMATE REGOLARI ITALIANE NELLA GUERRA DI LIBERAZIONE (1943 – 1945)
RELAZIONE DEL PRESIDENTE NAZIONALE ANCFARGL
GEN. C.A. (r.) ENRICO PINO
Buonasera, ringrazio il Priore del Tempio Sacrario della Cavalleria Italiana Generale Mauro Arnò per aver organizzato questa conferenza e aver scelto questo argomento.
La relazione del Presidente Nazionale ANCFARGL ha riassunto i fatti d’arme della Guerra di Liberazione e il contributo ad essi fornito dalle Forze Armate Italiane, evidenziandone quattro aspetti fondamentali: la reazione immediata in Italia e all’estero,la Resistenza passiva degli Internati Militari, la partecipazione in varie forme e a vari livelli alla “Resistenza”nei territori occupati dai tedeschi e la “Cobelligeranza” al fianco delle Armate delle Nazioni Unite nella Italian Campaign.
Come tributo alla prestigiosa sede che ci ospita, desidero ricordare alcune figure di ufficiali di Cavalleria, tra le tante meritevoli, le cui biografie e decorazioni testimoniano i diversi ruoli descritti nella relazione.
Premetto che la Memoria di ognuno di questi eroici Ufficiali meriterebbe una conferenza a parte, ma che , per esigenze temporali, mi limiterò a ricordare il ruolo avuto nella Guerra di Liberazione e i reparti di Cavalleria ai quali furono legati.
Non trattandosi di un’improbabile “classifica di merito”, ho pensato di rappresentarli sulla slide che vedete per semplice ordine alfabetico, indipendentemente dal grado e dalle decorazioni ricevute.
Sullo sfondo della slide ricordo il Generale Wladislaw Anders, comandante del II Corpo Polacco che combatté eroicamente a Montecassino (dove il generale decise di farsi seppellire accanto ai suoi uomini ).
Il Corpo d’Armata Polacco operò poi fianco del Corpo Italiano di Liberazione durante la risalita lungo l’Adriatico fino alla liberazione di Bologna.
La foto ritrae Anders a cavallo quando era colonnello di cavalleria.
Questo in Memoria del sangue versato dai polacchi, in una situazione per loro particolarmente difficile che legherà per sempre la Storia dei nostri due Paesi , ma anche di tutte le Forze Armate Alleate che contribuirono in modo fondamentale alla Guerra di Liberazione.
Come testimone della reazione immediata all’offensiva tedesca, seguita all’annuncio dell’Armistizio, ricordo il Capitano Franco Vannetti Donnini del Genova Cavalleria, una delle 12 Medaglie d’Oro al Valor Militare di Porta San Paolo , tra le quali 11 furono alla Memoria e cinque appartenevano a Reparti di Cavalleria.
A rappresentare l’eroica quanto impossibile difesa di Roma, ricordiamo anche i Generali Raffaele Cadorna e Dardano Fenulli, rispettivamente comandante e vicecomandante della Divisione Corazzata Ariete e già comandanti del Savoia Cavalleria e dei Lancieri di Vittorio Emanuele II.
Il Generale Guglielmo Barbò, già comandante del Nizza e del Savoia Cavalleria e poi del Raggruppamento a Cavallo del Corpo di Spedizione Italiano in Russia , morto a Flossenburg nel dicembre del 1944, ci ricorda l’estremo sacrificio degli Internati Militari Italiani.
La partecipazione alla Resistenza degli ufficiali italiani avvenne su vari livelli: il primo fu il comando militare e la costituzione delle formazioni partigiane .
Il Colonnello Alessandro Bettoni Cazzago, mitico comandante della Carica di Isbuscenskij e del Savoia Cavalleria, fu tra i fondatori delle formazioni Fiamme Verdi, di orientamento cattolico.
Gli ufficiali non comandarono solo le formazioni cosiddette autonome o militari, ma anche formazioni garibaldine, di orientamento comunista li scelsero come comandanti in virtù della loro preparazione e del loro carisma personale.
Ricordo le figure del Tenente Luchino Dal Verme, molto popolare in queste zone, e del Capitano MOVM alla Memoria Gianantonio Prinetti Castelletti, entrambi legati per diversi motivi alla Storia del Reggimento Artiglieria Cavallo, comandanti di formazioni garibaldine nell’ Oltrepò e in Val Sesia.
Ruolo molto importante ebbero anche gli ufficiali agenti di missioni Alleate (la Special Operations Executive britannica, l’Office of Strategic Services statunitense) e successivamente del Servizio Informazioni Militare italiano.
Gli ufficiali, dopo un corso di paracadutismo e sabotaggio, avevano la missione di contattare le formazioni della Resistenza, riferirne ai Comandi Alleati la consistenza e l’affidabilità, al fine di organizzare e coordinare eventuali lanci di armi e munizioni.
Più di 200 Missioni (composte solitamente da un comandante e da un operatore radio) furono inviate nei territori occupati e la grande maggioranza degli agenti impiegati furono ufficiali italiani.
Ricordiamo tra essi il Tenente del Nizza Cavalleria Edgardo Sogno Rata del Vallino, futuro comandante dell’Organizzazione Franchi e membro del Partito Liberale presso il CLNAI.
La figura di Sogno testimonia come molti ufficiali, dal ruolo di combattenti passarono a quello organizzativo e politico, sopratutto dopo che i Protocolli di Roma tra il Comando Supremo Alleato del Mediterraneo e il CLNAI sancirono un Comando Militare Unico delle formazioni partigiane di diverso orientamento e la costituzione del Corpo Volontari della Libertà, al comando del quale fu posto proprio il Generale Cadorna.
Anche il Colonnello Bettoni Cazzago, come Sogno, assunse l’incarico di delegato presso il CLNAI. mentre il generale Fenulli, rimasto in clandestinità a Roma, fu a fianco del Generale Cordero di Montezemolo nel Fronte Militare Clandestino.
Entrambi, catturati su delazione, furono torturati e fucilati alle Fosse Ardeatine.
In Memoria dei tanti ufficiali che parteciparono alla cobelligeranza a fianco degli Alleati ricordiamo il Capitano Carlo Gay e il Generale Francesco Morigi, entrambi paracadutisti, provenienti dalla Cavalleria.
Il capitano Gay si presentò immediatamente dopo l’Armistizio presso il Comando Alleato che costituì il I Squadrone di Ricognizione Folgore (noto come Squadrone F) ponendolo alle dipendenze del XIII Corpo d’Armata britannico, con compiti di ricognizione e sabotaggio .
Lo squadrone fu impiegato , insieme ad una centuria della Divisione Nembo del Gruppo di Combattimento Folgore, nell’Operazione Herring , oltre le linee nemiche a sud del Po, tra il 20 e il 23 aprile del 1945.
L’Operazione è ancora oggi, l’unico lancio di guerra effettuato da reparti paracadutisti italiani.
Al comando del Gruppo di Combattimento Folgore c’era proprio il Generale Morigi, già appartenente al Genova Cavalleria, decorato della Prima Guerra Mondiale, aviatore durante l’ impresa dei bombardamenti delle Bocche di Cattaro e comandante della Divisione Nembo nel Corpo Italiano di Liberazione.
L’ ultimo ufficiale ricordato è il tenente di Cavalleria in SPE Milan Trebse, fucilato, insieme ad altri 66 prigionieri politici, in buona parte militari , nel campo di Fossoli il 12 luglio del 1944.
L’ unica biografia che ne ricorda il nome è quella dei “triangoli rossi” a cura della Fondazione Fossoli e lo fa come partigiano di professione insegnante.
In realtà la relazione di mio padre, Capitano Alberto Li Gobbi, al SIM datata 27 agosto 1944 testimonia che i due si siano conosciuti a Fossoli (probabilmente nella stessa baracca) e che insegnante fosse solo la professione di “copertura” di un agente in collegamento col VAI (Volontari Armati Italiani), organizzazione Patriottica comandata dal Capitano di Marina Jerzy Sas Kulczycki, alle dipendenze del Governo italiano, i cui vertici furono tutti fucilati a Fossoli.
Questo ufficiale in SPE dimenticato rappresenta solo uno dei troppi tasselli di un mosaico ancora da ricostruire, anche perché per troppi anni oscurato da chi ha strumentalizzato a fini politici il patrimonio della Guerra di Liberazione che dovrebbe appartenere a tutti gli italiani.
A 80 anni di distanza, quando purtroppo quasi tutti i protagonisti ci hanno lasciato, è dovere della nostra Associazione tenere viva la Memoria del contributo e del sacrificio di questi uomini.
Lo facciamo anche attraverso il nostro sito ancfarglpresidenzanazionale.org dove sono scaricabili i numeri della nostra rivista (dagli anni 80 a oggi), le pubblicazioni dei convegni con le testimonianze dirette dei nostri combattenti, i libri a cura dell’Associazione e numerosi podcast registrati negli ultimi anni, oltre a mostre dedicate ai temi a noi cari,
Tutto questo al servizio non solo dei parenti e dei soci, ma anche degli studenti e dei ricercatori storici.
Concludo mostrandovi “Il diritto di Parlare”, libro intervista alla nostra Presidente Onoraria MOVM Paola Del Din che ha dedicato l’intera vita alla testimonianza dei valori che ispirarono la scelta di quelle donne e di quegli uomini e che ancora oggi rappresenta per noi una lucida ed inesauribile ispirazione.
Il diritto di parlare , il dovere di ricordare.
Grazie di cuore per aver partecipato e per l’attenzione.