Accademia di umana civiltà
La mattina di martedì 21 giugno, nel seguito del Priore del Tempio Sacrario dell’Arma di Cavalleria, il Gen. Mauro Arnò, ho avuto la grata opportunità di essere presente presso la sede della Accademia Militare di Modena. Accanto al Priore, insieme a chi scrive, vi erano il Cancelliere del Tempio, il Ten. Ing. Giovanni Giorgi; il patrono, Gen. Antonino Bonura; e due gentili rappresentanti dell’ANAC. di Merano. Come è noto, l’Accademia costituisce l’esito complessivo del più risalente istituto di formazione militare al mondo, deputata com’è alla formazione dei futuri Ufficiali in servizio permanente dell’Esercito e dell’Arma dei Carabinieri. Con la perizia e la signorilità di comandante e cavaliere, ci ha guidati il Gen. Vincenzo Maugeri, già al comando del reggimento Savoia Cavalleria nell’ambito della missione UNIFIL nel sud del Libano e dal 2009 al 2012 Capo di Stato Maggiore della medesima Accademia. A scortarci, anche nel distinto e illustre ambiente museale, con piena serietà e cultura di storico, è stato il Ten. Col. Alfredo Arcamone, rappresentante in questa occorrenza pure dell’attuale Comandante dello stesso istituto militare, il Gen. Davide Scalabrin.
Con l’ausilio egualmente di un particolareggiato filmato documentativo – ospiti presso una della sale conferenze, contraddistinta dalla eleganza di legni e velluto, ma dotata di contemporanee e produttive strutture di comunicazione – abbiamo seguito la illustrazione della strutturazione dell’impianto didascalico, didattico e formativo di allieve e allievi, unito al percorso della formazione militare e sportiva. La sontuosa cornice storica e architettonica dell’edificio, la cui origine rimonta a un castello eretto nel XIII secolo dalla volontà di Obizzo d’Este, primo signore di Modena, ha luminosamente balenato nelle sale della complessiva area di esposizione permanente, ove emerge la vicenda prolungata e significativa di questa Accademia, erede dell’antica Accademia sabauda di Torino. Inaugurato nel 1905, il Museo racconta e figura la narrazione degli oltre 116.000 allievi che frequentarono l’Accademia. Non posso non confidare ai lettori della «Rivista» che l’ingresso nel «Tempio della Gloria» – che svolgeva anticamente la funzione di sala da pranzo ducale, ma che attualmente rappresenta e commemora nobilmente il memoriale degli eroismi e dei sacrifici offerti dai Combattenti di tutte le guerre – mi ha profondamente turbato e commosso.
L’acuta percettibilità intellettuale ed esplicativa del Gen. Maugeri ci condotti, sul finire della densa, eloquente e cospicua mattinata, ad ammirare le strutture del maneggio settecentesco come di quello contemporaneo. Patroni del Tempio Sacrario dell’Arma di Cavalleria abbiamo qui colto, in piena vicinanza, le parole espresse già nel XVI secolo da Giovanni Pietro Pugliano, scudiere imperiale e mentore di Sir Philip Sidney, poeta e militare: «Horsemen […] the Maisters of warre, and ornaments of peace» (Philip Sidney, An Apologie for Poetry, London, Ponsoby, 1595, Introduction). Mi sia consentita una conclusione del tutto personale. Nella mia veste di docente universitario, ritengo che partecipare a un processo di formazione sia come contribuire a spargere della semente. L’esito del frutto, per lo studente come per l’allievo, dovrà essere sempre e soltanto «la civiltà umana», come ebbe a scrivere Edmondo De Amicis. L’Accademia Militare di Modena è esattamente questo. Opificio per la realizzazione di comandanti di umana civiltà.
Giorgio Federico Siboni (Università degli Studi di Milano)